Skip to content Skip to footer

Digital Omnibus e AI Act: l’Europa rinvia l’attuazione delle tutele per musica e diritto d’autore

  1. Semplificazione apparente: il Digital Omnibus rallenta l’efficacia dell’AI Act

L’Unione Europea ha pubblicato il Digital Omnibus on AI, un pacchetto di modifiche al Regolamento AI Act volto a semplificarne l’attuazione, ma che introduce un ulteriore ritardo per le disposizioni più rilevanti in materia di trasparenza dell’AI generativa, tracciabilità dei contenuti digitali e protezione dei titolari dei diritti. L’AI Act, pur non essendo una normativa verticale sul copyright, rappresenta la cornice tecnica ed etica dentro cui il diritto d’autore europeo dovrà muoversi. Per questo motivo il rinvio è significativo per il settore musicale e creativo, che attende da tempo strumenti normativi in grado di distinguere contenuti umani e contenuti generati artificialmente. Il caso più evidente riguarda l’art. 50 del regolamento, che impone ai provider l’obbligo di indicare quando un contenuto audio, video, immagine o testo è stato creato o manipolato da un sistema di AI generativa: un requisito essenziale per contrastare deepfake vocali, manipolazioni dei master e utilizzi non autorizzati di performance artistiche. Il Digital Omnibus concede però ulteriori sei mesi di tempo ai provider per adeguare i sistemi già sul mercato, rinviando l’implementazione effettiva del watermarking obbligatorio, mentre gli standard tecnici necessari per renderlo interoperabile sono ancora in fase di definizione. Di conseguenza, per il settore musicale non si prevedono strumenti realmente operativi prima del 2027.

  1. Dataset, standard tecnici e organismi di controllo: le criticità dell’attuazione

Sul piano più generale, gli obblighi più incisivi dell’AI Act — in particolare quelli relativi alla documentazione dei dataset di training, alla trasparenza dei modelli e ai requisiti dei sistemi ad alto rischio — diventeranno applicativi solo quando la Commissione avrà definito gli standard tecnici, le linee guida e gli strumenti necessari per la conformità. In assenza di tali standard, l’attuazione degli obblighi rimane sospesa e i modelli non classificati come “high-risk” continueranno a evitare gli adempimenti più penetranti in materia di trasparenza. Il Digital Omnibus riconosce inoltre un ritardo diffuso da parte degli Stati membri nella designazione delle autorità competenti e degli organismi di valutazione della conformità, indispensabili per eseguire controlli e audit sui modelli generativi. Senza questa infrastruttura, la normativa resta in larga parte inapplicabile e il diritto rimane confinato alla dimensione teorica. L’Europa continua a presentarsi come uno spazio AI-first, orientato a un’intelligenza artificiale etica e responsabile, ma il documento evidenzia una distanza crescente tra obiettivi normativi e reale capacità attuativa.

  1. Musica, deepfake e modelli generativi: una tutela che rischia di arrivare troppo tardi

Nel frattempo, l’evoluzione delle generative AI per la musica procede a una velocità che la regolazione non riesce a seguire: modelli capaci di replicare timbri vocali, stili compositivi, orchestrazioni e arrangiamenti complessi vengono rilasciati con frequenza sempre maggiore. In assenza di strumenti di tracciabilità robusti e standardizzati, diventa sempre più difficile distinguere tra opera originale, imitazione e creazione sintetica, con conseguenze dirette sulla tutela delle composizioni, delle registrazioni sonore e delle identità artistiche. L’AI Act non interviene sulla liceità dei processi di training, ma fornisce gli strumenti necessari per monitorare il comportamento dei modelli e identificare contenuti generati artificialmente. Ritardarne l’attuazione significa ritardare anche la capacità dei titolari dei diritti di proteggere efficacemente le proprie opere in un mercato caratterizzato da una crescente commistione tra umano e artificiale. Per queste ragioni, il settore musicale guarda al Digital Omnibus con notevole attenzione: ogni ulteriore rallentamento nella trasparenza dell’AI generativa comporta un indebolimento della capacità degli operatori culturali di tutelare i propri asset creativi e di garantire un ecosistema realmente equo e sostenibile.

Video correlati

Digital Omnibus e aggiornamenti al GDPR: il nuovo equilibrio europeo tra IA, dati e politica regolatoria

Chat Control: il Regolamento europeo per la prevenzione dell’abuso sessuale su minori online (CSAR)

Intelligenza artificiale e dati sanitari: tra innovazione e tutela dei diritti