La Procura di Shanghai Pudong ha iniziato a servirsi dell’ausilio di un procuratore-robot nell’ambito del processo penale, in particolare per la valutazione delle prove, dei presupposti per custodia cautelare e arresto e della pericolosità dell’indagato/imputato. Il robot è stato sviluppato da un’equipe di ricercatori guidata dal prof. Shi Yong e programmato utilizzando un database di oltre 17.000 casi tra il 2015 e il 2020. Al momento il robot è in grado di analizzare solamente otto fattispecie di reato previste dal codice penale cinese (frodi con carte di credito, gioco d’azzardo, guida pericolosa, lesioni internazionali, intralcio ai doveri d’ufficio, furto, frode e “scelta di litigi e provocazione di guai”). Secondo i test effettuati, l’intelligenza artificiale sarebbe in grado di stabilire la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato con un margine di errore di appena il 3%. Il robot non prende però parte attiva alla fase decisionale, al cui termine verrà emanata la sentenza, ma agisce come mero “ausiliario” del giudice. Infatti, il prof. Shi Yong ha spiegato che perché ciò avvenga, la macchina avrebbe bisogno di “convertire un linguaggio umano complesso e in continua evoluzione in un formato matematico o geometrico standard che un computer potrebbe capire”.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel sistema giudiziario è in crescita in tutto il mondo; per esempio, in Italia vengono utilizzati programmi in grado di ricostruire la dinamica di un incidente stradale oppure per creare degli identikit il più possibili fedeli alla realtà. In altri paesi, per esempio negli Stati Uniti, si fa utilizzo già da tempo di software cd. di “polizia predittiva”, che sono in grado di stimare dove e da chi verranno commessi dei reati. La Commissione europea per l’Efficienza della giustizia ha elaborato nel dicembre 2018 una Carta etica europea sull’utilizzo dell’Intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari e negli ambiti connessi (reperibile al seguente link: https://rm.coe.int/carta-etica-europea-sull-utilizzo-dell-intelligenza-artificiale-nei-si/1680993348), in cui viene effettuata una prima analisi approfondita sui vantaggi dell’impiego dell’intelligenza artificiale nei procedimenti giudiziari ma anche, e soprattutto, sui profili di rischio connessi, legati soprattutto a possibili effetti discriminatori e lesivi di diritti fondamentali.